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A Torino per vivere insieme "un'iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo" su un tema centrale per la vita delle persone e per il bene comune del Paese

Mariano Crociata - segretario generale della Cei

Le Settimane Sociali “intendono essere un’iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare e se possibile anticipare gli interrogativi e le sfide talvolta radicali poste dall’evoluzione della società” [1]. Queste finalità appaiono più che mai attuali dal tema scelto per la 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Torino nei giorni 12-15 settembre di quest’anno: “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”. Si tratta di un tema centrale per la vita delle persone e per il bene comune del Paese. Esso era già presente nell’agenda proposta alla Settimana Sociale di Reggio Calabria del 2010, la cui attualità è dimostrata dal dibattito proseguito in questi anni ai vari livelli istituzionali del Paese, oltre che dallo sviluppo stesso degli avvenimenti. Tra i punti all’ordine del giorno dell’agenda (intraprendere, educare, includere, slegare la mobilità sociale, completare la transizione istituzionale), la famiglia appariva trasversalmente come soggetto di futuro, capace di sciogliere i nodi che impediscono al nostro Paese di crescere. Proprio lì nasceva l’esigenza di mettere a tema la famiglia in modo diretto e centrale, in concreta continuità con le riflessioni già svolte, nel desiderio di declinare il bene comune sui problemi particolarmente urgenti per la comunità nazionale.

Nella prospettiva della ricerca continua del bene comune, la famiglia appare quanto mai importante, perché tocca i nodi antropologici essenziali per l’integrità e il futuro della persona umana; costituisce un pilastro fondamentale per costruire una società civile davvero libera, nella quale trovino spazio innanzitutto la libertà religiosa e quella educativa; è dunque condizione fondamentale per una società dove i diritti di tutti e di ciascuno siano realmente rispettati. Il tema della famiglia - e il ruolo che essa ha svolto e continua a svolgere nel cuore della nostra società - chiama in causa anche diversi aspetti economici e sollecita ad affrontarli nella prospettiva del primato della persona.

Oltre che per queste ragioni, la famiglia emerge come un soggetto portante anche nell’assunzione del compito indicato dagli Orientamenti pastorali decennali su “Educare alla vita buona del Vangelo”: “Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato” [2].

Tenendo presenti questi aspetti, a Torino si parlerà di famiglia nella prospettiva propria delle Settimane Sociali, che oggi significa, ad esempio: ascoltare la fatica e la speranza che salgono dal vissuto di tante famiglie; riconoscere la famiglia come luogo naturale e insostituibile di generazione e di rigenerazione della persona, della società e del suo sviluppo non solo materiale e civile, ma anche morale e spirituale; essere concretamente vicini ed essere percepiti come vicini dalle famiglie - genitori e figli - che soffrono per i motivi più diversi; valorizzare l’indicazione presente nella nostra Costituzione che definisce la famiglia come istituzione fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; riconoscere e tutelare sempre e in primo luogo i diritti dei figli; mettere in evidenza il legame che unisce il “favor familiae” con il bene comune e lo sviluppo del Paese, al di là di pregiudizi e ideologie, per cogliere le tante ragioni condivisibili da molti, oltre gli schieramenti e le differenti posizioni culturali e religiose.

L’intento della Settimana Sociale è di favorire un approccio critico e al tempo stesso propositivo a un tema così vasto e impegnativo; di suscitare un dibattito e offrire chiavi di lettura in modo che tutti, credenti e non credenti, stimolati da queste sollecitazioni, si impegnino in un discernimento veramente corale a difesa e per la promozione della famiglia, determinati a far scaturire “cose nuove”, frutto di positivo cambiamento e spinta per politiche organiche e coerenti.

 

[1] Conferenza Episcopale Italiana, Nota pastorale Rispristino e rinnovamento delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, 20 novembre 1988, n.5: ECEI 4/1314.

[2] Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, 4 ottobre 2010, n.27: ECEI 8/3790.

www.agensir.it

 

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