chi siamo - la nostra storia

Chiara nasce ad Assisi nel 1193 (o 1194), in una famiglia nobile dei «maiores». Il nome, simbolo di luminosità per la sua radice etimologica, le viene imposto al fonte battesimale dalla madre Ortolana, donna di profonda fede e religiosità. È ancora bambina, di quattro o cinque anni, e già conosce le conseguenze delle violente lotte civili che ai «maiores» contrappongono i «minores», cioè i poveri, da un lato, e dall'altro i mercanti arricchitisi con il commercio in patria e all'estero. Vive i timori e l'umiliazione dell'esilio con la famiglia costretta a fuggire a Perugia.

Al rientro in Assisi, Chiara, ormai adolescente, viene a conoscenza delle avventurose e affascinanti vicende del giovane Francesco. La sua sensibilità cristiana, che già si esprime con la coerenza della vita, mediante la testimonianza della fede, la preghiera e le numerose opere di carità, resta colpita dall'esperienza di Francesco e dei suoi primi compagni, ai quali nel 1208 si aggrega anche il cugino Rufino; Chiara ne percepisce la novità, la radicalità, lo spessore e decide di conoscere Francesco, visitando di nascosto, con la compagnia di un'amica fedele, il giovane che per lei è diventato come un'eco della voce di Dio che la invita, come «Padre delle misericordie» a trasformare in lui l'esistenza. È attratta irresistibilmente dall'ideale di vita che Francesco le presenta. Egli la esorta, come scrive il Celano, «a disprezzare il mondo, dimostrandole con linguaggio ardente che sterile è la speranza fondata sul mondo e ingannatrice ne è l'apparenza» e sussurra alle orecchie del suo cuore «la dolcezza delle nozze con Cristo» per le quali vale la pena di «serbare intatta la gemma della castità verginale per quello Sposo beato che l'amore ha incarnato tra gli uomini».

Avvinta, mediante l'invito di Francesco, dal fascino dell'alleanza sponsale con Cristo, Chiara si sottrae alla voce insistente della famiglia e dell'ambiente sociale che la vogliono sposa e madre onorata, tra gli agi della sua casa, fuggendo nella notte successiva alla domenica delle Palme del 1211 (o 1212), verso S. Maria degli Angeli, dove Francesco l'attende per consacrarla a Cristo. La decisione fondamentale della consacrazione è irrevocabile anche di fronte alle minacce dei parenti. Ma, nella fermezza della sua decisione, Chiara sperimenta l'insoddisfazione di una risposta secondo le forme tradizionali che il tempo offre alla donna nell'esperienza monastica. Ella percepisce la luce di una strada nuova da percorrere alla scuola di Francesco nella originalità dell'esperienza femminile e claustrale. Perciò, dopo una breve permanenza tra le benedettine di S. Paolo a Bastia e, successivamente, tra le donne penitenti di S. Angelo di Panzo, Chiara approda tra le mura di S. Damiano, il luogo della duplice profezia di Francesco; quella a lui affidata dal Crocifisso: «Va', Francesco, e ripara la mia chiesa che va in rovina» e quella pronunciata dallo stesso Francesco riguardo proprio a Chiara e alle sue compagne: «Venite ad aiutarmi in quest'opera del monastero di S. Damiano perché fra poco verranno ad abitarlo delle donne, e per la fama e la santità della loro vita si renderà gloria al Padre nostro celeste in tutta la sua santa Chiesa» (cf Test. Sch. 9-14). Tra quelle mura Chiara vive quarantadue anni, «consumandosi» «come sacrificio, vivente, santo e gradito a Dio» (cf Rm 12,1), «di soave odore» (cf Ef 5,2) nel segreto dell'amore totale, senza misura, gratuito a Colui che «per amore nostro tutto si è donato» (cf III Lettera ad Agnese di Praga).

La Regola da lei scritta, in parallelo a quella di Francesco, ma con il tocco personale del suo genio di madre e sorella delle «sorelle povere», il Testamento, le lettere a santa Agnese di Praga (+ 1282) sono l'espressione più immediata ed autentica della sua intuizione spirituale e dell'itinerario da lei proposto e vissuto in prima persona. Le testimonianze al processo di canonizzazione e la Leggenda, scritta probabilmente dal Celano, ne sono la conferma.

(A.M. Perugini, Dizionario di Mistica, v. Chiara d’Assisi, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998) 

 

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