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L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI MISTICA CRISTIANA: TRACCE DI PASSATO, PRESENTE E FUTURO.

Si attende con trepidazione la pubblicazione degli Atti del Convegno che vede tra i relatori anche la prof.ssa Anna Maria Rossi (ricercatrice presso il Centro Chiara Lubich e coordinatrice del gruppo di ricerca e studio per la Linguistica, Filologia e Letteratura della Scuola Abbà) che ha presentato un intervento dal titolo “La mistica nella prima metà del ‘900 (metafore ed immagini)”.

Il congresso si è aperto con le parole di santa Teresa d’Avila “O Spirito Santo, sei Tu che unisci la mia anima a Dio: muovila con ardenti desideri e accendila con il tuo amore” e con il saluto del Vescovo di Assisi Mons Domenico Sorrentino, saluto che egli stesso ha definito “mistico e inabitato dallo Spirito Santo” e che si è concluso con l’esclamazione - “Queste riflessioni illuminino non solo la mente ma inteneriscano anche il cuore”.
Ecco come i presenti sono stati preparati interiormente all’ascolto degli interventi che seguivano, tanto da potersi immergere passo dopo passo in una sorta di “viaggio dello spirito” attraverso i secoli. Si è rivelata un’esperienza tangibile del “fuoco mistico” di ciò che ogni relatore ha portato in questa due giorni di Assisi, preparata con un minuzioso e prezioso lavoro organizzativo dal prof Luigi Borriello ocd e dalla prof.ssa Maria Rosaria Del Genio, anch’essa anima del convegno.
Il primo, che ha partecipato poi attivamente anche come relatore con un intervento iniziale dal titolo “Identità della vita mistica: approccio storico teologico”, ha strutturato un’introduzione dettagliata capace di donare ai partecipanti una visione globale dell’identità della vita mistica per giungere poi ad affermare che non si debba parlare di mistica tout court ma di vita mistica identificata con la vita divina, cioè la vita di Dio impressa nell’uomo al momento della creazione con l’insufflazione nelle sue narici dell’alito divino. Considerato che il fine ultimo dell’uomo e della storia della salvezza è la visione beatifica di Dio e la comunione mistica d'amore con le tre divine Persone della santissima Trinità, è stato mostrato come l’unione con Dio sia possibile per ogni essere umano. Infatti tutti gli uomini sono chiamati a questa pienezza di vita anche se solo alcuni sviluppano la consapevolezza che la vera realizzazione di sé sta nell'unione intima con Dio. Coloro che vivono questa esperienza sperimentano che Dio si dona loro nello Spirito, nella misura in cui si aprono al dono di Dio.
Sono seguiti i diversi interventi attraverso i quali è emersa una panoramica dell’evoluzione del concetto di mistica lungo i secoli.
Un particolare cenno va fatto in relazione alle figure di Chiara Lubich (1920-2008) e di Itala Mela (1904-1957) che portano la mistica ad una dimensione quotidiana e mostrano come l’alta contemplazione vada declinata nel contesto pastorale. La prima in un suo scritto (L’attrattiva del tempo moderno, 1958 Città Nuova) parla del «[…] penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo […] perdersi nella folla per informarla del Divino, come s’inzuppa un frusto di pane nel vino. Vorrei dire di più: fatti partecipi dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla dei ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie». La seconda sembra spingersi a descrivere come sia possibile penetrare nella più alta contemplazione. Illustra come l'ardore del cuore dell’essere umano sia il frutto dell'Amore di Dio e come sia necessario lasciarsi amare, fidarsi di Dio e affidarsi totalmente al Suo Abbraccio, nella consapevolezza crescente che il Signore ci fa Suoi e accende un Fuoco che fa ardere il nostro cuore di un Amore che non è nostro ma si fa nostro. È la consegna totale che ci apre al Fuoco.
Itala Mela scrive: «La conditio sine qua non per essere ammessi e per rimanere in sinu Trinitatis è l’oblio perfetto di ogni interesse personale per la gloria del Signore. Con Gesù l’anima è nella Trinità, ogni memoria di sé, dei propri desideri umani sarebbe una dissonanza inammissibile nell’armonia della vita divina».
Risulta evidente come questa partecipazione profonda del soggetto mistico alla vita divina si apra all’umanità intera. Sembra possibile affermare che come in Cristo la Trinità si apre all’essere umano inserendolo nella dinamica del dono intra-trinitario, così l’essere umano partecipe della vita divina, cioè il mistico, si apra all’umanità tutta informandola del divino.
La parte finale di questo percorso storico-teologico ha visto l’intervento di relatori che hanno approfondito tematiche più specifiche fino a giungere alle conclusioni illuminanti del Vescovo di Assisi Mons Sorrentino.
Si è trattato di un lavoro scientifico minuzioso, variegato, preziosissimo per i contenuti trasmessi con un particolare strumento, quel desiderio profondo di donare all’altro il Tesoro nascosto ma trovato, che lasciava trapelare un cuore bramoso di consegnare all’interlocutore non un sapere ma molto di più, un sapore divino, la possibilità di vivere un Incontro con il Dio vivo, cioè la Sapienza.
Ciò che ha caratterizzato questi due giorni di approfondimento, nell’ambito del concetto di mistica attraverso i secoli, è stata l’atmosfera di profonda comunione. È la Caritas che ha permesso di veicolare i contenuti toccando mente e cuore lasciando assaporare profondamente ciò che ci veniva consegnato. È stato acceso il “desiderio di Dio” in noi e la speranza di poterlo testimoniare all’intera umanità.


 

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