Novità - Eventi di rilievo |
I francescani sfidano le perplessità del sindaco e della gente e aprono le porte del convento ai profughi in difficoltà
I Cappuccini lanciano da Bracciano, in provincia di Roma, una sfida importante. Battere il muro del pregiudizio, della burocrazia e aprire le porte del convento alle persone bisognose.L'OPPOSIZIONE DEL SINDACO
Sono pronti, infatti, ad ospitare ben 50 richiedenti asili negli spazi del convento. Di fronte a questa apertura ai poveri, in pieno spirito francescano, i frati hanno trovato l'opposizione del sindaco di Bracciano Giuliano Sala, che ha scritto al prefetto di Roma, esprimendo alcune perplessità sui requisiti necessari per l’accoglienza dei richiedenti asilo
"INIZIATIVA DI PRIVATI"
Nella nota, in particolare, il sindaco Sala evidenzia che «l’iniziativa è una libera scelta di un privato che deve, comunque dimostrare di possedere i requisiti e le competenze professionali richieste per gli interventi di accoglienza, compresi gli obbligatori adempimenti di carattere socio-sanitario assistenziale».
PROBLEMI BUROCRATICI IN VISTA?
Nella nota inoltre il sindaco scrive che la «struttura non risulta essere fornita delle necessarie autorizzazioni amministrative previste per le strutture di accoglienza e soprattutto degli standard residenziali necessari per ospitare un numero così consistente di persone».
LA GENESORITA' DEI FRATI
I frati dal canto sostengono di avere tutti i requisiti per concretizzare questo grande atto di generosità in un momento in cui i centri di prima accoglienza in tutta Italia sono ormai saturi. Tra l'altro il convento dal 1988 è sede della "La Cucuas" (Comunità un cuore e un’anima sola), che dal 1999 è iscritta nell’albo delle Onlus. Dunque la comunità, insieme ai cappuccini, si occuperebbe della gestione dei migranti.
PERCHE' CHIUDERE LE PORTE ORA?
Il paradosso è che lo stesso sindaco, nella nota al Prefetto, ricorda che nel 1996 l’amministrazione guidata dallo stesso Sala si propose direttamente come comune accogliente dimostrando un grande senso di responsabilità organizzando l’ospitalità, “in un periodo di grande emergenza e molto delicato per l’Italia”, di 120 cittadini di nazionalità albanese per sei mesi. “Il risultato – commenta Sala – fu eccellente sia in termini solidaristici che di accoglienza e di funzionamento della macchina operativa”. E allora perché chiudere le porte ora e non agevolare la venuta dei migranti bisognosi?
Gelsomino Del Guercio - www.sanfrancescopatronoditalia.it